sabato 31 ottobre 2009

QUANDO SBOCCIA UN PAPA'


Durante la gravidanza e tutto il periodo post partum, i riflettori sono puntati soprattutto sul piccolo e sulla mamma e mi viene spontaneo sottolineare quanto ciò sia giusto. Poi a un' osservazione più attenta di quei poveri uomini impacciati che si ritrovano catapultati nel giro di pochissimo tempo, in una situazione a loro totalmente estranea, be' non posso non intenerirmi. In effetti noi donne, pur non essendo obbligate alla maternità tanto meno a realizzarci in essa, nasciamo predisposte per dare alla luce, alla vita. Certo che ci tremano le gambe all'idea del parto, io sono riuscita a farmi venire un attacco di panico durante il secondo cesareo, insomma non ci si abitua mai almeno emotivamente. Però noi abbiamo l'asso nella manica e non ci abbandona mai: abbiamo il nostro istinto materno a guidarci durante il difficile percorso per diventare genitore. Istinto materno non è una brutta parola o un'offesa alle donne femministe - quale io mi reputo e sono -, è quel qualcosa che al momento giusto guida le nostre scelte e negarlo o soffocarlo o dire di non averlo non cambia il suo valore. Basta guardarsi dentro e profondamente, lasciando cadere le ultime barriere di insicurezza e ci si accorge che diventare mamma può renderci felici. Insomma a noi donne può accadere. Ma a quei peter pan incalliti quando arriva "l'illumunazione"? Mentre giocano alla play station o esultano guardando la partita o si chiedono quale moto comprare, mentre noi non vediamo l'ora di provare il funzionamento dei test di gravidanza. E' la storia che si ripete: mentre da adolescenti giocano a pallone, noi dobbiamo segnare sul calendario l'arrivo delle mestruazioni. Mi sembra chiaro che non siano molto portati alla paternità e alla famiglia, salvo qualche eccezione. Forse il loro è un percorso più lungo e tortuoso perchè fino alla nascita c'è solo una vaga idea del bimbo che verrà. Certo sono solidali con noi per i nove mesi di gestazione ma non possono provare le nostre stesse sensazioni. La verità è che noi siamo mamme non appena ci rendiamo conto di essere in dolce attesa e abbiamo 9 mesi di tempo per assaporare l'idea di trasformarci in madri, invece i poveri futuri papà non si sentono tali finchè non toccano con mano il pargolo e comunque non hanno tutti gli stessi tempi di reazione. Poi quando finalmente si calano nel personaggio del padre premuroso si ritrovano ad affrontare l'agghiacciante metamorfosi del rapporto di coppia. Si perchè la gravidanza ci rende tutte belle e serene ma il post parto ci restituisce il conto con la bilancia e con le nevrosi quotidiane. Ancora non ci siamo riprese fisicamente e già pretendiamo di tornare alla vita di sempre con grande stupore del nostro compagno, il quale è ancora ignaro del fatto che presto o tardi gli umori cambieranno a suo sfavore. Non gliene lasceremo passare mezza. E abbiamo tutte le ragioni però non guasterebbe un po' di tolleranza proprio pensando a quanto detto sopra a proposito del suo difficile percorso per sentirsi un papà. Insomma incamminiamoci assieme al nostro compagno in questa nuova esperienza, cercando di vedere le cose dalla stessa prospettiva senza mai cadere in un'inutile competizione. Come? Comunichiamo di più col nostro partner. Non pretendiamo comportamenti o parole o silenzi che lui ignora. Ma chiediamogli esplicitamente di cosa abbiamo bisogno, diciamogli chiaramente come ci sentiamo. Pronte? Cominciamo a parlare:

- del parto e quant'è stato doloroso, non è vero che mi sono ripresa anzi sono esausta;

- di quanto è faticoso l'allattamento, mi leva tutte le forze;

- delle crisi di pianto e dei momenti di urla che non sono contro di lui, no non lo so perchè piango, è tutta colpa degli ormoni;

- ascoltami quando parlo, non devi darmi la soluzione al problema lo voglio solo condividere;

- non mi sento più io offrimi la tua comprensione, non mi stare troppo addosso e soprattutto non criticarmi;

- occupati ogni tanto delle faccende domestiche senza obbligarmi a chiederti di farlo e se manca qualche prodotto della lista della spesa non chiamarmi dal supermercato usa un po' di fantasia.

Adesso tiriamo un sospiro di sollievo poi cominciamo a riconoscere i nostri pregiudizi e le volte che esageriamo nei confronti del partner. Pronte? Mandiamo giù l'amaro boccone e procediamo:

- riconosco che stai facendo del tuo meglio e lo so che ti senti sopraffatto e depresso per la nuova situazione, provvedere alla nuova famiglia ti mette sotto pressione;

- la smetterò di criticare tutto quello che fai;

- devo renderti più partecipe alla gestione del bimbo, dobbiamo confrontarci di più su come prendercene cura;

- mi fido di te, puoi occuparti del bimbo in mia assenza saprai accudirlo perchè sei un bravo papà;

- devo accettare di più il tuo aiuto, ne ho bisogno e mi fa piacere.

Allora come vi sentite dopo aver aperto il vostro cuore e la vostra anima all'uomo con cui avete deciso di condividere questa meravigliosa esperienza chiamata famiglia? Non perdiamo di vista la cosa più importante: l'amore ci ha guidato fino al punto in cui ci ritroviamo oggi e quell'amore va riportato in superfice, c'è ancora e i nostri figli ne sono la prova.

venerdì 23 ottobre 2009

AMORE DI MAMMA...GUARDAMI GUARDAMI GUARDAMI CHE TI IPNOTIZZO !


Incredibile ma vero possiamo sostituirci alla televisione e plasmare i nostri amati figli! Come? Semplice senza fare nulla di insolito ma vivendo la nostra quotidianità.
Quando parliamo ai nostri figli riusciamo ad accedere al loro inconscio e pur senza averne l'intenzione, lo programmiamo. Vi rendete conto che peso hanno le nostre parole? Possiamo trasmettere messaggi alle loro menti e magari condizionarli per tutto il corso della loro vita. Ci mancava solo questa: già è una responsabilità solo il fatto di essere genitori. Adesso non si potrà più parlare a vanvera e far finta di dire qualcosa pur di sopravvivere ai loro interminabili interrogatori. A questo punto mi chiedo se non sia possibile sfruttare a nostro vantaggio questo enorme potere nelle nostre mani.. pardon..parole. E magari funziona pure col marito!
Quindi riprendendo le autorevoli parole di Steve Biddulph, psicologo e scrittore di successo, l'infelicità di molte persone deriva da un condizionamento: durante l'infanzia queste persone sono state inconsapevolmente condizionate all'infelicità, e durante l'età adulta si sono comportate di conseguenza.
Vale a dire che se ai nostri figli diciamo continuamente parole negative, non ci limitiamo a mortificarli momentaneamente, ma le nostre parole hanno un effetto ipnotico e agiscono a livello inconscio creando un condizionamento, il quale modella l'immagine che il bambino ha di se stesso fino a diventare parte della sua personalità. Mi viene in mente ogni volta che dico a mio figlio di fare attenzione perchè potrebbe rompere qualcosa e puntualmente non delude le mie aspettative, che forse se tenessi di più la bocca chiusa avrei meno cocci nella spazzatura.
Mamme non buttiamoci giù per qualche frase infelice anzi cominciamo a pensare seriamente a come ipnotizzare positivamente i nostri figli. Cominciamo con l'esprimerci meglio e in modo chiaro per non creargli inutile confusione. Spieghiamo il modo corretto di agire e di comportarsi, non il contrario. Ogni giorno capitano decine di opportunità per esprimersi positivamente. Anziché dire:< Non correre in mezzo al traffico >, è preferibile, oltre che più semplice, dire:< Resta sul marciapiede accanto a me >, in modo che il bambino capisca che cosa deve fare e non che cosa non deve fare.
E poi oltre a riempirli di tanti "ti voglio bene", ricordiamo ai nostri figli quanto siano bravi in quello che fanno, per esempio nel disegno, nello sport, nel vestirsi da soli, nell'essere gentili con gli altri; in questo modo infondiamo loro sicurezza.
E adesso vediamo cosa un genitore NON deve fare:
- MAI ricorrere alla mortificazione, neppure in forma affettuosa e ironica, per far fare qualcosa a nostro figlio basta una richiesta magari in tono dolce e affettuoso;
- NIENTE paragoni soprattutto con i fratelli;
- DARE L'ESEMPIO certo se gli urliamo di calmarsi o di abbassare il tono della voce non siamo molto coerenti. Quante volte mia madre mi diceva di non picchiare mia sorella più piccola o mi avrebbe ammazzato di botte..se ci penso mi viene da ridere e da riflettere;
- non parlare mai dei DIFETTI dei nostri figli ad altre persone in loro presenza o in situazioni in cui possano ascoltarci;
- non sfruttare il senso di colpa per dominarli ed evitare frasi in cui li accusiamo del nostro stato d'animo, della nostra stanchezza fisica. E' un peso troppo grande per un bambino.
Sarebbe bello non commettere errori con i nostri figli, soprattutto non trasmettergli ciò che abbiamo subito noi passivamente da parte dei nostri cari. E' davvero un'impresa perchè certe parole certi gesti certi atteggiamenti sono radicati in noi e si manifestano in modo automatico e non sempre riusciamo a controllarne l'effetto che avranno sugli altri. Però una cosa la possiamo fare, sforziamoci a esprimerci in maniera POSITIVA così aiuteremo i nostri bambini a pensare e ad agire positivamente: in questo modo penseranno e immagineranno di riuscire e stiamone certe RIUSCIRANNO nella loro impresa. Le nostre parole devono incoraggiare i nostri figli ad esprimere liberamente se stessi e sicuramente saranno un sostegno al quale potersi aggrappare nei momenti difficili della vita

giovedì 22 ottobre 2009

REGOLA NUMERO UNO: STARE BENE CON SE STESSE


Se vogliamo rendere felici i nostri figli, il nostro compagno, le persone che ci circondano, è fondamentale trovare un equilibrio interiore. Dobbiamo poterci guardare allo specchio ed essere soddisfatte di ciò che vediamo: una persona. Si perchè prima di essere mamme, mogli, amanti, chi più ne ha più ne metta, siamo esseri umani con i nostri bisogni interiori più profondi e quelli più rudimentali legati proprio alla sopravvivenza. Insomma siamo corpo e anima, siamo donne. Allora che aspettiamo a prenderci un po' di quel tempo che migliorerebbe la nostra vita e sicuramente quella dei nostri cari? Impossibile ci vorrebbe una giornata di 30 ore? Certo è difficile, meglio continuare a sottrarci il nostro tempo per finire di lavare il bucato, per poi stirare e rassettare, cucinare e all'infinito ci occupiamo di tutto e tutti, tranne di noi stesse. Il bambino sta a scuola o dai nonni o dagli amichetti, l'altro figlio dorme, gioca tranquillo, insomma abbiamo mezzoretta tutta per noi? Prendiamoci il nostro tempo. Solo così possiamo svolgere correttamente la nostra funzione di genitori, perchè un genitore stressato finisce per valicare il limite oltre il quale non può più essere considerato tale. Insomma non è una bella notizia? E' necessario che siamo sane e felici per il bene dei nostri figli. Basta alle prestazioni sovraumane, basta ai sacrifici che portano all'annullamento. Ecco qualche dritta da consumarsi preferibilmente senza sensi di colpa:
-STACCARE LA SPINA in qualsiasi momento che lo consenta, mentre si sbrigano le faccende domestiche o ci si reca al lavoro, insomma appena possibile dedichiamoci a pensieri positivi, gradevoli, accantonando le preoccupazioni quotidiane per lasciare spazio a un momento di relax interiore. Avete capito bene possiamo rilassarci mentre passiamo l'aspirapolvere!
- MUSICA ascoltiamo la nostra musica preferita o semplicemente una qualsiasi stazione radiofonica purchè trasmetta melodie per le nostre orecchie. La musica è un toccasana, ci fa bene e ci fa stare bene. Da quanto tempo non ascoltiamo un nostro cd anzichè le "tagliatelle di nonna Pina"?
- LIBRI anche una pagina al giorno, prima di andare a dormire o quando possiamo rilassarci durante la giornata. Poche righe possono rimetterci al mondo. Poche righe per evadere dalla routine di tutti i giorni. No alle guide "come diventare mamme perfette in 5 mosse" solo letture che nutrono la nostra anima.
- ATTIVITA' riservata esclusivamente a noi stessi, che si distingua da quelle specifiche del genitore. Ma deve trattarsi di un'attività che ci soddisfi e che non ci sentiamo in dovere di fare. Non solo fitness, anche se un po' di movimento non ci farebbe male, incontri di letture, corsi di ogni genere dal giardinaggio alla ceramica, passeggiate nel parco più vicino in bicicletta per le più temerarie, perchè no: shopping solo esclusivamente per noi. Insomma qualcosa da fare outdoor che non sia gettare la spazzatura, lo possiamo trovare.
- CUCINARE e MANGIARE il nostro piatto preferito. Pranzi e cene sempre e soltanto adatti ai nostri bambini? E per una volta coccoliamo il nostro palato e scommetto pure quello del nostro compagno.
- DISORDINATO E' BELLO questo è il nostro nuovo motto. Tanto non avremmo potuto vincere il premio "casa ordinata dell'anno" soprattutto se i nostri figli sono ancora molto piccoli. L'aspirapolvere in vista ci permette di accogliere i visitatori improvvisi con frasi tipo:" Scusa il disordine stavo per fare le pulizie...".
- OCCUPIAMOCI DEL NOSTRO RAPPORTO DI COPPIA bastano pochi minuti per godere della reciproca compagnia, guardarsi negli occhi e scambiarsi qualche buona notizia e teneri sorrisi. Possiamo parlare dei problemi o litigare in un altro momento, ma al rientro dal lavoro prendiamoci un pezzetto di spazio solo per noi coppia. Impariamo ad annoiare i nostri bambini in modo da essere lasciati in pace per un poco o se sono grandicelli chiediamogli questo breve momento poi torneremo disponibili ai loro capricci.
- ALTRI GENITORI è importante essere circondati da persone che vivono i nostri stessi problemi, sapere di non essere gli unici ad affrontare la tirannia dei figli ci aiuta a superare i momenti difficili. Non facciamo le musone apriamoci alle altre mamme, la scuola è sicuramente il posto migliore dove trovare la solidarietà degli altri genitori, chissà che non nascano nuove e belle amicizie. Comunque esistono dei corsi di sostegno alla genitorialità proposti proprio dagli insegnanti col supporto di uno psicologo e lo scopo non è di psicanalizzare poveri genitori sfigati bensì sostenerli e aiutarli a confrontarsi con altri genitori che vivono le stesse situazioni frustranti.



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