mercoledì 17 febbraio 2010

FATE LA NINNA



Ultimamente mi capita di pensare ai problemi legati al sonno, mi chiedo se esiste un modo giusto per insegnare ai nostri figli come addormentarsi. Di libri e teorie che trattano l'argomento, ne esistono a bizzeffe e qualcuno l'ho consultato anch'io. Qualcosa ho messo pure in pratica: contare quanti minuti dura il pianto e non andare dal bambino finché non smette di piangere. E devo dire che col primo figlio ha funzionato, a dieci mesi riusciva ad addormentarsi da solo nel suo lettino nella sua cameretta. Non è stato facile ignorare singhiozzi e urla disperati e di tanto in tanto bisognava ripetere di nuovo la procedura quando si presentavano periodi difficili di cambiamento o i comuni malanni invernali o l'infinita agonia della dentizione. Però tutto sommato era riuscita a riappropriarmi della mia camera da letto e di una quasi normale vita di coppia, entro il primo anno del bimbo. Poi è arrivato il secondo e tutti gli equilibri raggiunti a gran fatica sono andati a farsi benedire. Pur di dormire un po' tra una poppata e una crisi di pianto, si è disposti a scendere a compromessi e inevitabilmente la situazione precipita..e chi è più riuscita a gestirla? Caos. Cercando conforto nello sguardo frustrato del mio compagno, ho capito che senza regole è impossibile condurre un'esistenza al limite della normalità. Si perché in tutto questo caos anche il figlio più grande ha optato per l'anarchia più totale, regredendo -come è giusto che sia quando nasce un fratellino, almeno per i primi tempi- al punto di piangere pur di dormire nel nostro letto. Si perché il problema è tutto lì: il lettone di mamma e papà. Dormire si può ma tutti quanti nel lettone. Poi a un'analisi più attenta emerge il vero problema, mal di schiena a parte, ti accorgi che non ti dispiace poi così tanto condividere lettone, coccole e sonno anche con i tuoi bimbi. Confidandomi con una coppia di amici tunisini e cercando idee, supporto, conforto, non lo so forse una soluzione interculturale del problema, ho capito che potrebbe trattarsi di un problema tipico della cultura occidentale. Infatti i miei amici non capivano quale fosse il problema, loro che sono cresciuti e bene senza complessi e frustrazioni, insieme con i numerosi fratelli e sorelle nella camera dei genitori. E a pensarci bene anche nel nostro paese almeno fino al dopo guerra, le famiglie erano numerose e spesso tutta la casa consisteva in un'unica stanza in cui si cucinava, si mangiava e si dormiva tutti insieme. Poi è arrivato il benessere e la cameretta dei bambini. Da quel momento in poi non sarebbe stato più socialmente tollerabile condividere il lettone di mamma e papà. Non sta bene. Che vergogna i bambini che dormono con mamma e papà. Come nascono questi poveri figli, li schiaffiamo nella culla e se sta accanto al lettone sono pure fortunati, li strappiamo dal caldo e protettivo utero e finché non è ora della poppata niente contatto fisico, dovessero viziarsi. Prima si ritorna alla normalità e meglio è, prima si abituano ad addormentarsi da soli nel loro lettino e meglio stanno mamma e papà. Possibile non c'è la via di mezzo? Regole ma anche rispetto dei tempi di autonomia dei propri figli. Tra gli specialisti esistono due punti di vista ben distinti: quelli che sono assolutamente contrari alla condivisione del lettone di famiglia e quelli che sono assolutamente convinti che la cosa non abbia alcun effetto nocivo sullo sviluppo infantile. Certo tutti i membri della famiglia devono essere pienamente d'accordo a voler dormire tutti insieme. Se quindi la coppia riesce a mantenere la propria intimità organizzandosi con tempi e spazi e anche i figli sentono il desiderio di dormire con mamma e papà, perché non fare una prova? Magari è una visione romantica per risolvere il problema del sonno, ma vuoi mettere dopo un'estenuante e infinita giornata di lavoro fuori e/o dentro casa, tutti sono rilassati e tranquilli pronti a fare le ninne accoccolati e abbracciati nel lettone. Attenzione: affinché tutto funzioni, è necessario stabilire delle regole e farle rispettare. I bambini devono comunque avere degli orari e dei limiti di gioco. Avere inoltre una loro cameretta in cui in qualsiasi momento possono scegliere autonomamente, quando si sentono pronti, di andarci a dormire, può essere un buon sistema per abituarli fin dall'inizio all'idea di una futura separazione dai genitori, lasciando gli spazi di condivisione per acquisire degli spazi tutti loro. Non credo sia inattuabile tutto ciò, anzi, bisogna solo scrollarsi di dosso quei condizionamenti subliminali che custodiamo da qualche parte nella nostra psiche e il lettone è pronto. Io nel frattempo continuo a spostarli dal mio letto al loro lettino e dopo qualche ora si ricomincia, se non è uno è quell'altro sempre nel lettone si fa ritorno. Sto cominciando a lavorare sui miei condizionamenti mentali .. però prevedo pure un bel ripasso generale di teoria che non fa mai male. To be continued..

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